“È una sentenza che sicuramente ristabilisce gli equilibri all’interno della filiera dell’uva da tavola senza semi. Mi chiedo, però, se è giusto ricorrere alla giustizia ordinaria per regolare le norme tra le aziende”. Michele Laporta, presidente del Consorzio per la valorizzazione e la tutela dell’uva di Puglia IGP e presidente della Op Agritalia, commenta la sentenza della Cassazione con la quale si riconosce ai produttori di uva pugliese la vendita dell’uva da tavola senza semi ottenuta dai campi regolarmente autorizzati senza dover essere sottoposti al conferimento obbligatorio verso confezionatori codificati. La notizia è stata oggetto di dibattito durante l’ultima puntata de “Il Graffio”, il programma di inchiesta e approfondimento di Telenorba al quale Laporta ha partecipato insieme a istituzioni e imprenditori. La sentenza ha messo fine ad una lunga battaglia legale iniziata nel 2019 e che nei vari gradi di giudizio ha visto in primo grado prevalere i produttori pugliesi e in secondo i titolari dei brevetti che, oltre a incassare una royalty per l’uso del certificato, obbligavano gli operatori pugliesi a vendere l’uva solo ad alcuni confezionatori codificati. Per Laporta il fatto di esser arrivati ad una sentenza porta spesso ad una distorsione delle relazioni che penalizza i piccoli produttori, a rischio di essere tagliati fuori dall’innovazione varietale. Il Consorzio uva di Puglia IGP può rappresentare un vantaggio per tutti quei produttori legati alla tradizione, e quindi alle produzioni di uva da tavola con seme, e nello stesso tempo, grazie alla ricerca varietale operata dai breeders pugliesi e alla modifica del disciplinare presentata, può rappresentare un trampolino di lancio per valorizzare in Italia e all’estero il bollino blu dell’IGP sulle nuove varietà 100% pugliesi, un’eccellenza assoluta dell’agroalimentare. “Il Consorzio – spiega Laporta – può essere il catalizzatore dell’aggregazione per l’intera categoria al fine di promuovere l’uva da tavola pugliese di qualità e, nello stesso tempo, attivare le pratiche di controllo per tutelare a tutti i livelli gli agricoltori che vogliono produrre l’uva da tavola di qualità e che producono ricchezza per il territorio, consacrando la Puglia a prima produttrice di uva da tavola in Europa”.