Oltre al fascino del colore giallo brillante, ha un sapore gustoso e piacevole, molto particolare. Ma la sua vera peculiarità sono i piccoli semi erbacei nelle bacche, che hanno importanti caratteristiche nutritive, ma al contempo non lasciano un gusto legnoso al palato. Si chiama Luisa ed è la nuova uva di Grape&Grape Group “soft seeded”. Proveniente da una filiera produttiva tutta italiana (breeder Stefano Somma) è coltivata dai soci su 15 ettari, in Puglia. Dopo alcuni test di successo portati a termine negli ultimi tre anni, ora il progetto sta prendendo una direzione commerciale importante. Ce ne parla Michele Laporta, presidente di O.P Agritalia, socia di Grape&Grape
I semi ci sono, ma sono “masticabili”, nel senso che mantengono un sapore gradevole al palato, senza quel sentore di legno e quell’asprezza tipica delle bacche tradizionali. Si chiama Luisa la novità in casa Grape&Grape: “È un’uva “soft seeded”, il cui brand riprende il nome della varietà, frutto di un breeding 100% italiano”, spiega Michele Laporta, presidente di O.P Agritalia, socia di Grape&Grape Group. La società, che opera in Puglia nell’ambito della ricerca, produzione e commercializzazione di uva da tavola, ha sviluppato il progetto; il breeding è stato curato da Stefano Somma.
Luisa è un’uva da tavola a bacca gialla con seme erbaceo, cioè morbido e non sensibile alla masticazione. Ha un colore intenso e brillante, che si mantiene costante già dalla prima maturazione, un grado brix elevato e anch’esso costante e una buona croccantezza. Il gusto è aromatico, dolce, con un retrogusto erbaceo, leggermente moscato e lievemente acidulo.
“La particolarità di quest’uva, oltre al sapore unico – spiega Laporta – è la presenza di un piccolo seme morbido, che conserva tutti i benefici e le proprietà benefiche dei semi, lasciando allo stesso tempo al consumatore la percezione di mangiare un’uva seedless”.
La filiera è tutta italiana. Luisa, come già sottolineato, nasce da un progetto di ricerca varietale della società Grape&Grape Group presieduta da Massimiliano Del Core. Anche il clone è italiano. Si tratta di una varietà di uva che negli ultimi anni ha visto un grande sviluppo, per il grande potenziale commerciale e anche per l’ottima conservabilità in pre e in post raccolta. “Viene coltivata nell’areale pugliese e in quello siciliano, su più più di 150 ettari complessivi, con un tasso di crescita importante. – sottolinea Laporta – I nostri soci hanno circa 15 ettari in produzione, in Puglia”.
“La campagna ha un’ampia finestra temporale: la raccolta è partita a fine luglio e si protrarrà fino a ottobre. – continua Michele Laporta – Nei test effettuati negli ultimi tre anni con piccoli quantitativi commerciali, abbiamo potuto verificare la sua ottima shelf life in post raccolta, che arriva fino a 90-100 giorni”.
Ora ci sono quantitativi sufficienti per un vero e propri debutto sul mercato. “Luisa è arrivata sui banchi di una grande catena distributiva italiana. – rivela in conclusione Laporta – È distribuita in vaschette che riportano informazioni semplici e dirette, utili per comunicare al consumatore la novità di quest’uva, ‘dal seme morbido’, con consigli su come conservare al meglio il prodotto e con informazioni sulle sue proprietà benefiche”.